Comunicato stampa sulle concessioni balneari

Può durare fino a venti anni una concessione balneare su spiagge demaniali: la Commissione Europea per le petizioni ha accolto quella presentata su proposta del Presidente Regionale arch. Antonio Cécoro, dalla Federazione Nazionale Balneari. La Commissione Europea ha dichiarato che “La durata della concessione può essere determinata caso per caso in ragione degli investimenti che si intendono effettuare” e che per la legislazione europea “la durata della concessione non rappresenta un problema non essendoci sostanzialmente limiti precostituiti”. Come ottenere concessioni pluriennali? Se ne parla VENERDI 13 dalle ore 15 in poi nella sala del Lido “I Delfini” di Pinetamare, dove Assobalneari Campania ha convocato i titolari di stabilimenti per informarli su cosa si deve fare per mettersi al sicuro.

Il provvedimento infatti è risultato “indigesto” alle burocrazie, soprattutto comunali (venti anni senza scartoffie da timbrare, adempimenti da prescrivere …!) tanto è vero che non risulta applicata la legge italiana del 2006 (n. 296), quella che all’articolo 1 dichiara: “le concessioni demaniali marittime ad uso turistico-ricreativo possono avere durata superiore a sei anni e comunque fino a venti anni, in ragione dell’entità e della rilevanza economica delle opere da realizzare”.

Subito fu opposta una pretesa “incompatibilità” di tale disposizione con la normativa europea. Proprio la risposta europea alla petizione di Assobalneari, mostra con chiarezza che l’incompatibilità non esiste e che non c’è più spazio per sospetti ritardi e pastoie burocratiche. L’incontro di venerdì servirà proprio per chiarire ai titolari di imprese balneari quali progetti e documenti devono predisporre e quali procedimenti vanno predisposti per presentare le istanze onde ottenere, in relazione agli investimenti già effettuati e quelli nuovi da realizzare, un congruo periodo di ammortamento ossia gli anni di concessione demaniale.

Il Tar blocca le demolizioni a Baia Domizia

Non basta dichiarare che le opere sono “di non facile rimozione” per ordinare la demolizione di stabilimenti balneari: lo ha stabilito la settima sezione del TAR Campania (presidente Alessandro Pagano componenti Luca De Gennaro e Marina Perrelli) accogliendo le motivazioni dei ricorsi presentati dal legale dell’Assobalneari Campania, avvocato Luigi Roma.

Il Comune di Cellole aveva ordinato la demolizione di cinque stabilimenti balneari sul litorale di Baia Domizia, dichiarandoli non conformi ai permessi in quanto non facilmente rimuovibili. Tale affermazione è stata dichiarata dal TAR generica e insufficiente; l’amministrazione doveva elencare dettagliatamente e motivare in che cosa consistesse l’abuso.

Niente ruspe quindi sulla spiaggia di Cellole ha commentato con soddisfazione il presidente regionale dell’Assobalneari architetto Antonio Cècoro augurandosi che per il futuro le imprese balneari possano agire nella certezza del diritto senza doversi difendere da accuse generiche e infondate.

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Foglietti Napoletani

” Passando per la Domitiana deviazione per Cuma. Arrivando in quella campagna invernale ma pure dolcissima, fittamente coltivata, con le case dei contadini fatte sui ruderi, la spiaggia che sfuma verso il lago di Patria e la cima di Mondragone, coperta di macchie basse e nemmeno molto mutata dal giorno che vi sbarcò Enea. il mare è lo stesso, un mare per contadini, senza barche, selvatico e aperto al vento. L’Acropoli è davanti a noi ma il cancello è chiuso e un custode ci avverte che non può farci entrare : << C’è lo sciopero delle Belle Arti >> dice. E cosi, su questo saggio e certamente sibillino richiamo alla realtà, riprendiamo la strada per Roma.”

 

E. Flaiano

 

[<<Il Mondo>>, 5 marzo 1957]

Chi non inquina deve pagare (secondo la Regione)

Assobalneari Campania respinge e denuncia una grave pretesa della Regione: i gestori degli stabilimenti balneari dovrebbero pagare la manutenzione dell’impianto di grigliatura alla foce dei Regi Lagni. La pretesa, davvero sorprendente, riferita dalla stampa (Corriere del Mezzogiorno del 18 febbraio 2015), è contenuta in una nota del direttore del settore Ambiente, Michele Palmieri, diretta all’assessore Giovanni Romano, nella quale si dichiara che “I costi di gestione …vanno posti anche a carico dei cittadini che si avvantaggiano del servizio di pulizia effettuato dall’impianto relativamente al materiale vegetale che, raccolto dalla griglia, non si accumula più lungo il litorale Domitio con conseguenti risparmi per i gestori degli stabilimenti balneari in primis”.

Il direttore Palmieri cita anche il principio comunitario “Chi inquina paga”, dimenticando che da tale principio discende ovviamente il contrario: “chi non inquina non paga”. E se c’è categoria esemplare di “non inquinatori”, bensì di fautori e attuatori di ogni azione contro l’inquinamento, questa è quella degli esercenti balneari, da sempre enormemente danneggiati dall’assenza di ogni seria azione pubblica contro gli scarichi abusivi.

Va pertanto ricordato che già nel lontano marzo 2013 il presidente dell’Assobalneari-Confapi Campania, architetto Antonio Cècoro, denunciò la presenza di ben 1619 scarichi abusivi nei Regi Lagni, tutti rilevati, misurati, fotografati e ovviamente segnalati da una accurata indagine degli ispettori Arpac. Senza alcun esito che tali scarichi tuttora rovesciano in mare imponenti scarichi industriali oltre che fognari. Gli esposti denuncia del presidente Cècoro furono presentati alle Procure di Napoli, Santa Maria Capua Vetere, Avellino e Benevento, alle cui province appartengono i 40 Comuni nei cui territori si trovano gli scarichi abusivi. La griglia trattiene infatti i rifiuti di grosse dimensioni, ma non certo i liquami, che dovevano essere eliminati dal ”piano di risanamento” annunciato dalla Regione nel lontano 2009, mai evidentemente attuato.

Assobalneari Campania segnala inoltre che, per la seconda volta, il Comune di Pozzuoli è stato costretto di recente a far ripulire a proprie spese l’intera spiaggia di Licola, compito che spetta alla Regione in quanto territorio demaniale; la spiaggia viene costantemente invasa da copertoni, legna, sacchetti pieni di rifiuti, bottiglie di plastica. E ciò avviene da quando sono stati sequestrati e aboliti i lidi flegrei e domizi per la nota questione della validità delle concessioni rispetto alla normativa europea. Tema che riguarda le concessioni sull’intera costa italiana, e sul quale la Federbalneari Italia ha aperto una trattativa con il Governo Nazionale e con la Commissione Europea che di recente ha fatto positivi passi verso una conclusione soddisfacente.

 

Carmen Mele

Cristina Volpe